
Il Cane da guerra dei Romani
I molossi, cani da combattimento per eccellenza, accompagnavano i gladiatori che combattevano nelle arene e furono inoltre impiegati in guerra.
Secondo lo storico greco Polibio, che visse a Roma nel lI secolo d.C., e che nella sua opera Stratagemmi espose le tattiche belliche del tempo, i cani da guerra avevano tre funzioni ben precise: attaccare il nemico, difendere gli accampamenti e recapitare ordini.
Se utilizzati come messaggeri, pare fossero costretti ad inghiottire involucri di rame contenenti documenti da portare a destinazione attraverso le linee nemiche, ma ci sono dubbi su tale pratica, perchè il cane si sarebbe ribellato ad ingoiare l'oggetto e comunque lo avrebbe in breve vomitato.
È molto più probabile che i messaggi venissero inseriti nel collare, infilati tra il cuoio e il metallo dello stesso.
Gli esemplari allevati per l'attacco o la difesa erano quasi certamente discendenti dei molossi sumeri che i Greci avevano allevato dopo averli sottratti ai Persiani.
Il molosso romano sembrerebbe essere il progenitore dell'odierno mastino napoletano. Tuttavia, il canis pugnax era meno pesante e grande di quest'ultimo ed era maggiormente rassomigliante all'attuale cane corso.